
LE CHIESE
A partire dalla fine del Cinquecento nei quartieri di Monreale fioriscono Confraternite religiose e laiche, chiese e cappelle che si rifanno allo stile barocco. Ricordiamo le chiese degli Agonizzanti, di san Castrense e della Madonna dell’Orto che sono espressione del pregevole tessuto monumentale della cittadina normanna.
LA CHIESA DEGLI AGONIZZANTI
edificata alla fine del ‘400 di fronte al Duomo, su un preesistente edificio medievale posto all’interno della cinta muraria e inglobato nel suo perimetro, è un gioiello dell’arte barocca. La struttura ad unica navata ne giustifica l’utilizzo come ex cappella delle carceri nell’epoca dell’ Inquisizione. L’interno è decorato con il più delicato stile barocco, mai pesante: putti, ghirlande e statue allegoriche vengono attribuiti a Procopio Serpotta, figlio e allievo del grande Giacomo (che è stato fra i più importanti artisti isolani di quegli anni).
IL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLE CROCI
è uno dei luoghi più pittoreschi di Monreale. La strada che conduce a questo santuario è l’antica Via Crucis, che inizia dalla Chiesa di San Francesco, attraversa la Salita delle Croci fino alle pendici del Monte Caputo.
Questo santuario, edificato nel 1815 e ampliato nel 1844, è collegato alla leggenda del giovane monrealese Matteo Giovan Battista Angelo Quartuccio, che nel 1812 vide in apparizione la Madonna Addolorata con il Cristo morto tra le ginocchia, con la quale iniziò un dialogo. Poi la Madonna sparì e Matteo tornò in paese per raccontare questa apparizione in mezzo ad una grande folla. Successivamente avvenne un nuovo miracolo: nelle mani di Matteo apparve del pane che consentiva la guarigione dei malati.
La chiesa è articolata su terrazzamenti con unica navata con copertura a botte e altare maggiore delimitato da colonne ioniche. La facciata visibile dal qualsiasi punto della cittadina di Monreale presenta terrazze e rientranze. Nel timpano della chiesa si intravede lo stemma dipinto dell’Ordine dei Servi di Maria, cioè “SM”, con corona a sette gigli, simbolo dei sette Santi fondatori dell’Ordine. La Pianta è a navata unica, caratterizzata da paraste scanalate con capitelli di tipo ionico. L’aula è separata dal presbiterio, rettangolare e rialzato di tre gradini, da due colonne scanalate con capitelli ionici. L’interno è privo di decorazioni tranne la presenza di paraste scanalate con capitelli di tipo ionico. Tra gli elementi decorativi, notiamo un affresco di Francesco Manno raffigurante lo Spirito Santo, con una colomba, in mezzo a figure di angeli. Dietro l’altare è posta una grande tela che rievoca l’apparizione della Madonna a Matteo Quartuccio.
LA CHIESA DELLA MADONNA DELL’ORTO
venne edificata nel 1619 nel quartiere Bavera in un giardino dove esisteva una cappelletti con l’immagine della Madonna. A pianta rettangolare a tre navate, la chiesa fu arricchita da numerose opere d’arte, tra cui il dipinto di Pietro Novelli “L’angelo custode”, oggi esposto al Museo diocesano. Gli stucchi sono barocchi, l’altare è circondato da cantorie in legno ricoperto da una patina d’oro. In una teca è conservata una statua della Virgo dormiens recentemente restaurata. Attorno alla chiesa si sviluppò un reclusorio per le monache francescane.
LA CHIESA DI SAN FRANCESCO
si trova in via Antonio Veneziano, in un’area baricentrica tra il quartiere di San Vito e il quartiere del Carmine. Edificata nel 1610 e ampliata nel 1643, lo stile prevalente è quello barocco.
La chiesa ha tre navate con copertura a volta a botte imbiancata. Nel catino dell’abside è raffigurato il Cristo benedicente tra gli angeli, che sovrasta la nicchia con la statua dell’Immacolata attribuita al Bagnasco. Sopra la porta d’ingresso si trova la cantoria in legno ornata da stucchi a cui si accede da una scala in ferro battuto. Essa ospita un grande organo. La navata centrale è illuminata da dieci finestre: cinque sugli archi delle colonne della navata destra, cinque su quelli della navata sinistra, mentre due finestre quadrangolari si aprono ai lati del portone di ingresso e due sull’abside.
La pianta complessiva della costruzione è longitudinale e presenta tre navate divise da archi a tutto sesto, che si ergono su colonne in pietra. Le due navate laterali si distinguono da quella centrale per le dimensioni più ridotte. La facciata principale è caratterizzata da un portale, inquadrato da due lesene che si ergono fino a poco più della metà dell’altezza dell’intero edificio. Il portale è sormontato da una nicchia, dentro la quale si trova una statuetta. Il portone di legno, con apertura quadripartitica, presenta intarsi. Il campanile presenta una loggia centrale che ospita tre campane.
LA CHIESA DI SAN CASTRENSE
è l’unico elemento architettonico superstite di un complesso monastico fatto edificare nel 1499 dal cardinale Giovanni Borgia per accogliere le monache benedettine. La chiesa, di impianto rettangolare e ad una sola navata, fu fatta restaurare nel Seicento dall’arcivescovo Venero. Nelle pareti laterali ci sono cappelle cieche ornate con altari in marmo intarsiati, inquadrati da archi decorati con stucchi di scuola serpottiana. Sopra l’altare è collocata la “ Madonna del popolo in Gloria” di Antonio Novelli (1602), padre del più famoso Pietro. Lungo le cappello laterali si succedono statue e dipinti. Nella parte superiore della navata di destra sono ancora visibili le finestre in ferro dorato lavorate a petto d’oca, da cui le monache partecipavano alle sacre funzioni. L’ingresso è sovrastato da un coro ligneo del Settecento.
LA CHIESA DI SAN VITO
si trova nel quartiere di San Vito, da cui prende il nome. È la chiesa più antica di Monreale, essendo stata costruita qualche anno prima del Duomo, la cui costruzione ha provocato una crisi economica e sociale del quartiere, i cui effetti permangono fino ad oggi. La Chiesa, in stile arabo-normanno, è edificata su base quadrata divisa in tre navate e la sua facciata in muratura mista ha una forma rettangolare. Questa chiesa si caratterizza per i suoi rifacimenti storici avvenuti nel corso del tempo. Un primo rifacimento risale al 16° secolo, ma è nel 18° secolo che avviene una completa ristrutturazione della chiesa, soprattutto per quanto riguarda le decorazioni interne, in stile neoclassico. Nel 1985 avviene l’ultimo restauro, con il trasferimento del fonte battesimale, la ristrutturazione della pavimentazione della navata sinistra e il ripristino dei pluviali e delle grondaie.
LA CHIESA DEL SALVATORE
è detta Collegiata. Venne edificata nel Seicento per la venerazione del S.S. Crocifisso: sin dal tempo dell’arcivescovo Venero il simulacro del Crocifisso viene portata in processione ogni anno nel giorno tre del mese di maggio, in memoria del miracolo della scomparsa della peste a Monreale.
La chiesa è in cima ad una scalinata nel quartiere Carrubella ed è riccamente decorata. Nella zona del presbiterio, sulla parete di sinistra sopra il coro si può ammirare un dipinto di Matías Stomer.
Il simulacro del S.S. Crocifisso, sopra l’altare, è riconducibile alla scuola dello scultore Antonello Gagini. Agli inizi del ‘700, sulla parete esterna del santuario venne realizzato un pannello di maiolica di 50 mq circa, raffigurante il Crocifisso che veglia su Monreale.
LA CHIESA DI SANTISSIMA MARIA DEL CARMINE
si trova nel quartiere del Carmine e fu eretta nel 1560 dai canonici della Cattedrale sotto il cardinale arcivescovo Alessandro Farnese, per poi essere ceduta ai Carmelitani nel 1561. Contemporaneamente, nel giardino della Corte fu costruito un convento e nel 1613 un chiostro per volontà dell’arcivescovo Arcangelo Gualtieri. Dopo l’Unità d’Italia, il convento e la chiesa divennero proprietà dello Stato.
La pianta è quadrata, con tre navate e sette altari. La navata principale è più alta di quelle laterali. Otto archi, quattro per lato, danno accesso alle navate laterali e alle relative cappelle. Nel presbiterio spicca la grande tela sull’altare che raffigura la Madonna del Carmine con il Bambino. La porta d’ingresso è sormontata da un presbiterio con parapetto.
La chiesa ha una pianta rettangolare con tre navate e un presbiterio rettangolare. La navata centrale è separata dal presbiterio rialzato da un grande arco. La facciata principale, rifinita a intonaco, è incorniciata da lesene che evidenziano le parti strutturali dell’edificio. Al centro, il portale d’ingresso, con lesene sormontate da un timpano, è in asse con il campanile. Il campanile ha tre campane grandi e una piccola. La grande tela sull’altare della Chiesa del Carmine presenta un’originalissima raffigurazione della Madonna del Carmine con Bambino. Si tratta di un’opera realizzata nel 1600 da Pietro Antonio Novelli.
LA CHIESA DELL’ODIGITRIA
meglio conosciuta come chiesa dell’Itria, è situata nel quartiere Carmine. Edificata nel 1596, è dedicata alla Madonna “Odigitria”, ovvero “colei che indica la via”, culto di matrice bizantina legato ad un’icona venerata nel territorio sin dal Medioevo. La facciata semplice contrasta con la ricchezza dell’interno decorato con stucchi del Serpotta e affreschi della scuola di Pietro Novelli, come “San Francesco che riceve le stimmate” nella volta del presbiterio.
Sull’altare era posta la pala della “Madonna dell’Itria“ di Giuseppe Alvino,risalente al 1590, oggi al Museo diocesano. Nel 1646 in un’area della chiesa venne edificato l’Ospedale di Santa Caterina, che con una bella facciata barocca si affaccia sulla via Pietro Novelli: oggi ospita il Fondo moderno della biblioteca comunale “Santa Caterina“ e l’archivio storico comunale intitolato allo storico monrealese Giuseppe Schirò.
LA CHIESA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ
appartiene al complesso del Collegio di Maria, un istituto a due passi dal Duomo fondato nel 1724 dai fratelli Alberto Greco Carlino, arciprete, e Lorenzo Greco Carlino, canonico, con lo scopo di fornire un’educazione religiosa (e non solo) a tutte le ragazze monrealesi dell’epoca. La chiesa fu fondata due anni dopo la presa di potere dei Borboni in Sicilia, nel 1736. Il re Carlo III spese ingenti somme di denaro per la sua costruzione con un programma estremamente rapido. L’edificio è caratterizzato da un’unica facciata su strada, ovvero il prospetto di via Roma, una delle strade più importanti e trafficate di Monreale. La comunicazione con le ali del Collegio di Maria avviene attraverso due ingressi laterali.
L’interno, arricchito da interessanti affreschi, presenta quattro altari minori, fiancheggiati da lesene in stile settecentesco, molte delle quali raffinate, intervallate tra l’ingresso principale e i due ingressi laterali, dai quali si comunica con le altre ali dell’edificio storico. Gli archi a tutto sesto sono sormontati da leggere modanature, su cui poggia una fascia non decorata, a sua volta sormontata da una cornice. Al di sopra di questa si trova il tamburo della grande cupola centrale, dove si aprono finestre nascoste da grate di ottone, anch’esse di gusto tipicamente settecentesco, in uso nel periodo in cui nell’Istituto erano presenti suore di clausura. Esterno e interno della Chiesa della Trinità.
LA CHIESA DI SANT’AGATA DEL MONTE
è sulla via Palermo, è chiusa da molti anni e prende nome dalla Compagnia del Monte di Pietà. Ha impianto basilicale a tre navate con decorazioni in stile barocco di scuola serpottiana. Pregevole il pavimento in maiolica del XVII secolo. Si prevede un suo imminente restauro.
LA CAPPELLA ROANO
All’interno dell’itinerario barocco si colloca la Cappella del Crocifisso, meglio nota come Cappella Roano, edificata all’interno della navata destra della Cattedrale alla fine del ‘600 per volere dell’arcivescovo spagnolo Giovanni Roano. Riccamente decorata con “marmi mischi”, ovvero gli intarsi marmorei policromi, la cappella ospita anche le spoglie mortali del suo committente. Ha pianta esagonale ed è sormontata da una cupola culminante con una lanterna. L’apparato decorativo sviluppa il percorso della Redenzione cristiana, nel vano interno lo spazio è scandito dalle statue dei profeti Ezechiele, Daniele, Isaia e Geremia che indicano il Cristo.
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Il primo nucleo della biblioteca “Santa Maria La Nuova” risale all’arrivo dei monaci che ricevettero molti privilegi da Guglielmo: fra le altre cose, l’abate fu elevato a dignità di arcivescovo e l’abbazia ebbe “libris et sacris vestibus argento et auro”…