ARRIVARE A MONREALE

Il centro di Monreale è a 8 km del centro di Palermo e usufruisce di facili collegamenti con aeroporto, stazione ferroviaria, terminal bus di lunga percorrenza e porto.

Chi non arriva quindi con un mezzo proprio e non vuole utilizzare un taxi può scegliere il bus che passa da Piazza Indipendenza (a ridosso del Palazzo Reale di Palermo), molto ben collegata con la stazione centrale e l’attiguo terminal bus.

Chi arriva in aereo o al porto deve prima recarsi con bus o metropolitana alla stazione centrale di Palermo.

Chi sceglie la metropolitana può scendere alla stazione Orleans-Palazzo Reale per arrivare rapidamente a Piazza Indipendenza, e da qui a Monreale.

          LE DISTANZE

  • da Piazza Indipendenza (capolinea bus a Palermo) km 8
  • dalla stazione centrale di Palermo km 10.4
  • dal terminal bus di Palermo km 10,4
  • dall’aeroporto di Palermo km 35
  • dall’aeroporto di Trapani km 97,4
  • dall’aeroporto di Catania km 211

La città

A pochi chilometri da Palermo, Monreale si inerpica sul monte Caputo dominando la valle dell’Oreto e la Conca d’Oro. È il più importante centro turistico della provincia.

Monreale è stata fondata dai Normanni su un preesistente insediamento arabo, è all’interno del grande parco creato alle porte della capitale e destinato alla caccia. La costruzione della cattedrale è l’evento da cui origina il centro abitato. La leggenda racconta che una notte del 1131 la Madonna apparve in sogno a Guglielmo II detto il Buono, svelandogli il nascondiglio di un prezioso tesoro che sarebbe servito a edificare un tempio dedicato alla Vergine: trovato il tesoro il re diede subito inizio alla costruzione di Santa Maria la Nuova, la chiesa che avrebbe meravigliato il mondo con la sua bellezza.

Gli storici hanno dato una diversa lettura degli stessi avvenimenti osservando come presto, nella Sicilia tornata alla cristianità con l’arrivo dei Normanni, cominci la lotta fra il sovrano non abbastanza forte e i baroni troppo potenti. La svolta avviene quando il papa e il re si coalizzano contro i baroni e l’arcivescovo di Palermo Gualterio Offamilio: l’esito dello scontro diventa visibile a poche miglia dalla capitale, dove si costruisce un imponente complesso architettonico dedicato alla Madonna. La nuova abbazia è arricchita con molte terre, per officiarne i riti vengono chiamati i benedettini da Cava dei Tirreni; inoltre, poiché intorno ci sono solo boschi, campagne e insediamenti musulmani, è il re a portare gli uomini che devono popolare e difendere la città di nuova fondazione.

Il miracolo dell’edificazione del Duomo è presto compiuto. In pochi anni le maestranze bizantine, arabe e latine creano uno degli esempi più alti dell’arte arabo-normanna e nel 1183, a eterna offesa dell’arcivescovo palermitano, papa Lucio III le concede la dignità di chiesa metropolitana.

Nel lungo medioevo la cattedrale di Monreale è la più potente fra le signorie ecclesiastiche siciliane, un privilegio del 1182 redatto nelle tre lingue della cancelleria reale – il latino, il greco e l’arabo – definisce il suo territorio e la dichiara signora di 72 feudi. Ma buona parte delle terre è in mano ai Saraceni, soltanto dopo una lunga crociata interna e una lenta ripopolazione arriveranno a fruttare rendite e diritti.

Circondata da mura dove si alternano 12 torri, l’abbazia è una cittadella fortificata. Più che ai modelli abbaziali cluniacensi può ricondursi alle moschee delle città islamiche: dalle absidi rivolte a Oriente all’architettura del Chiostro, la cattedrale di Monreale ci racconta di una Sicilia multietnica ma non pacificata, dove l’elemento latino lentamente prevale.

Sino al 1812, quando in Sicilia viene abolita la feudalità, Monreale mantiene il rango di signoria ecclesiastica. È una piccola teocrazia dove l’Arcivescovo è al contempo Signore temporale e spirituale, fra i suoi privilegi si nota la facoltà di amministrare giustizia nei diversi gradi di giudizio.

Grazie al prestigio e alla ricchezza della sua Mensa arcivescovile, soprattutto nei primi secoli la diocesi di Monreale ha visto succedersi arcivescovi appartenenti alle più importanti famiglie della cristianità.

Per saperne di più

MONREALE NELLA STORIA DEI MILLE

La meravigliosa cittadina normanna nel maggio del 1860 fu una vera e propria roccaforte borbonica. Monreale è importante perché è nel suo territorio che si concentra il nuovo scenario di guerra nei territori di San Martino, Pioppo e Piano Renda (o Passo di Renna).

Garibaldi infatti ordinò proprio dal campo di Renna a Rosalino Pilo e Corrao di sorprendere sul fianco di San Martino i Borbonici per costringerli a retrocedere e tentare il suo ingresso a Monreale.

(Silvia Sonetti, La guerra per l’indipendenza)

In realtà la città era ben presidiata dal 9°Battaglione guidato dal Maggiore Ferdinando Beneventano del Bosco e dagli uomini di  Von Meckel, cui si aggiunse anche il contingente del Colonnello Buonopane.

Rosalino Pilo perse la vita sulle alture di San Martino, al Generale fu subito chiaro di non poter sostenere lo scontro: è in questo momento che pianifica la fuga da Pioppo attraverso il passo di Renna e il bosco di Caculla, che ancora oggi creano un paesaggio unico.

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